Quando ci è giunta la circolare del dirigente dell'usr, dott. Limina, che alleghiamo, la prima cosa che abbiamo pensato è che fosse uno scherzo del 1° aprile, rimasto per qualche intoppo burocratico su un tavolo, e solo ora messo in circolazione. Avremmo allora voluto rispondere stando al gioco, con un volantino che riprendesse i pezzi forti della pedagogia gelminiana, con affermazioni categoriche del tipo "meno si sta a scuola e più s'impara!", oppure "più le classi sono numerose e meglio funzionano!", oppure "i supplenti non servono, basta non ammalarsi!" e così via. Poi abbiamo guardato la data e, ohibò, era del 27 aprile, non dell'1, nessuno scherzo quindi, anche perchè, nello stesso mese, s'è avuto uno stillicidio di azioni simili, che prese a sè apparirebbero ridicole, ma che nell'insieme sono troppe. Troppe per essere casuali: dal fiorire di interventi deliranti sui giornali ad una recrudescenza di avvio di procedimenti disciplinari verso colleghi scomodi, semmai, com'è pure avvenuto, sulla base di una lettera, anonima e sgrammaticata, indirizzata direttamente alla Gelmini e che lei, anzichè indirizzarla al cestino come logica e correttezza avrebbero voluto, ha voluto porre a base di un intervento in periferia. La storia ci ha insegnato che, quando la farsa diventa oscena, spesso è sul punto di trasformarsi in tragedia. E quindi non va presa sottogamba. Eccoci qui allora a denunciare questa incredibile circolare del dott. Limina per quello che è, un attacco ai diritti civili delle persone, un'aggressione alla nostra Costituzione, una nostalgia d'altri tempi od altri luoghi, comunque bui. In poche parole: noi lavoratori della scuola, quando parliamo del nostro lavoro, non dovremmo più entrare nell'analisi delle sue complessità, difficoltà, contraddizioni, miserie, ma limitarci a farne un'apologia. E pure: quando un Bazzocchi o un Migliori ce ne dicono contro di cotte e di crude su un giornale, non dovremmo replicare, ma abbassare il capo contriti, o, alla meglio, chiedere prima il permesso al nostro ds. Oddio, a dire il vero forse la circolare del dott. Limina da queste parti è persino superflua, visto che la stampa locale, indifferentemente da Ravenna & dintorni, alla Voce, al Corriere, se vede una risposta firmata, collettivamente o individualmente, da qualcuno dei Cobas si guarda bene dal pubblicarla, ma tant'è. Diciamo che "è il principio che conta", anche se poi non è proprio così. Allora? Certo, come Cobas chiediamo il ritiro della circolare o la rimozione di chi l'ha scritta. Ma sappiamo che questi sono pronunciamenti, giusti, di routine. L'importante è un'altra cosa: che si pratichi una disobbedienza a questa ingiunzione anticostituzionale, continuando a manifestare, in ogni modo e in ogni luogo il proprio pensiero. Tanto più se non è embedded. Cobas Romagna